Ciao A.micie,
oggi vi racconto qualcosa di me…
Accade che, per caso o forse no, passi per una strada e trovi una fotografia… di LEI, della indimenticabile Monica Vitti. Dell’attrice che vorresti avere notizie, ma ha scelto il silenzio e va rispettata. Mai avresti immaginato che potesse succedere, ma accade e ogni cosa che si vede può portarti molto lontano…
La vedo, affascinante e ammaliante, presa da una stretta al cuore penso che è la bellezza di un tempo passato e in un lampo la mia mente fa un balzo indietro di trent’anni, alla mia infanzia accompagnata dai SUOI film, da quelli di Albertone e Totò, dai western di Sergio Leone che piacevano tanto a papà e ridevi con Franco e Ciccio, Stanlio e Ollio, Jerry Lewis. Tanti di loro sono grandi ora, tanto grandi… altri non ci sono più ma guardando le loro pellicole ci saranno sempre.
Con LEI il legame è più particolare, perché mi è sempre piaciuta, è del ’31 come mamma e ora forse hanno anche “altro” che le accomuna e questo pensiero mi avvicina molto a LEI. E’ stata la moglie di Michelangelo Antonioni, regista del film Il Grido del 1957, dove Monica ha doppiato Dorian Gray. E così da LEI salto con la mente a quel film che i miei nominavano, film ambientato sulle rive del delta del Po.
In quegli anni, su quell’acqua nostro padre correva in motonautica Alfa Romeo sui Racer, detti anche “tre punti” perché sfrecciavano a pelo d’acqua toccandola solo in tre punti, bolidi che negli anni Cinquanta erano il progresso, la conquista della massima velocità sull’acqua, tra passione, motori e rischio dei piloti era spettacolarità.
Dal vero non l’ho mai visto correre perché ha smesso poco prima che nascessi, ma Antonioni in quel film ha voluto i suoi protagonisti ad assistere ad una gara e ha ripreso un motonauta vicino alla riva.
In casa tra coppe, medaglie e articoli di giornale ingialliti, sentivo la frase “nel film si vede papà”, ed è davvero lui che corre e poi scende dal motoscafo. Anni fa sono riuscita a trovare il film e lo rivedo spesso per sentirmi su quella riva a guardare papà, un giovane sul suo bolide che sfida se stesso, libero e felice.
“Sono 23 anni che ci manchi, col pensiero noi due figlie possiamo dirti come papà sei stato un Campione, è stato bello correre con te, avremmo solo voluto una gara più lunga negli anni”.
metto il video per farvelo vedere con me